Sicurezza, tollerabilità e risposta anticorpale con la immunoterapia A-beta attiva con CAD106 in pazienti con malattia di Alzheimer
L’immunoterapia mirata contro il peptide amiloide beta ( A-beta ) è una potenziale strategia per rallentare la progressione della malattia di Alzheimer.
È stato condotto uno studio per valutare sicurezza e tollerabilità di CAD106, una nuova immunoterapia A-beta attiva per i pazienti con malattia di Alzheimer, mirata a sviluppare anticorpi N-terminali A-beta-specifici senza una risposta a cellule T A-beta-specifica.
Lo studio di fase 1, in doppio cieco, placebo-controllato e della durata di 52 settimane è stato condotto in 2 Centri in Svezia.
I partecipanti, di età compresa tra 50 e 80 anni, con malattia di Alzheimer da lieve o moderata sono stati inseriti in una delle 2 coorti previste in base al momento di ingresso nello studio, e in seguito sono stati randomizzati a ricevere CAD106 oppure placebo ( rapporto 4:1; coorte 1: CAD106 50 mcg o placebo; coorte 2: CAD106 150 mcg o placebo ).
Ciascun paziente ha ricevuto 3 iniezioni sottocutanee.
Gli obiettivi primari erano valutare sicurezza e tollerabilità di CAD106 e identificare la risposta anticorpale A-beta-specifica.
Pazienti con titolo anticorpale sierico per A-beta-IgG superiore a 16 unità almeno una volta durante lo studio sono stati classificati come responder.
Nle periodo 2005-2007, 31 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale alla coorte 1 ( 24 a trattamento con CAD106 e 7 a placebo ) e 27 pazienti alla coorte 2 ( 22 pazienti a trattamento con CAD106 e 5 a placebo ).
Nello studio, 56 dei 58 pazienti hanno riportato eventi avversi.
Nella coorte 1, la nasofaringite è stato l’evento avverso più comunemente riferito ( 10 su 24 pazienti trattati con CAD106 ).
Nella coorte 2, l’eritema al sito di iniezione è stato l’evento avverso più comunemente riferito ( 14 su 22 pazienti trattati con CAD106 ).
In generale, 9 pazienti hanno riportato eventi avversi gravi, nessuno dei quali ritenuto correlato al farmaco dello studio.
Non sono stati registrati casi clinici o subclinici di meningoencefalite.
In totale, 16 dei 24 ( 67% ) pazienti trattati con CAD106 nella coorte 1 e 18 dei 22 ( 82% ) nella coorte 2 hanno sviluppato una risposta anticorpale A-beta che ha raggiunto la soglia pre-specificata di risposta.
Uno dei 12 pazienti trattati con placebo ( 8% ) ha mostrato concentrazioni di A-beta-IgG tali da qualificarli come responder.
In conclusione, questi risultati suggeriscono che CAD106 ha un profilo di sicurezza favorevole e una risposta anticorpale accettabile in pazienti con malattia di Alzheimer.
Sono necessari studi più ampi con valutazioni di altre dosi per confermare la sicurezza e stabilire l’efficacia di CAD106. ( Xagena2012 )
Winblad B et al, Lancet Neurol 2012; 11: 597-604
Neuro2012 Farma2012
Indietro
Altri articoli
La terapia ormonale postmenopausale prolungata può aumentare il rischio di Alzheimer
La terapia ormonale postmenopausale per 10 anni o più può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer, secondo i risultati...
Terapia di deprivazione androgenica e rischio futuro di malattia di Alzheimer
È stata verificata l'associazione tra terapia di deprivazione androgenica ( ADT ) nel trattamento del cancro della prostata e conseguente...
Malattia di Alzheimer, risultati promettenti da uno studio di terapia genica
La perdita dei neuroni colinergici è un elemento cardine nella malattia di Alzheimer.L’NGF ( Nerve Growth Factor ) stimola la...
Interrotto lo studio clinico che stava valutando l’immunoterapia con AN1792 nei pazienti con malattia di Alzheimer
L’immunizzazione con AN1792 ( beta-amiloide 1-42 ) riduce il burden delle placche di beta-amiloide e preserva la funzione cognitiva dei...
I benefici cognitivi della terapia con Galantamina persistono per almeno 36 mesi nei pazienti con malattia di Alzheimer , forma lieve-moderata
La malattia di Alzheimer è causa di un progressivo declino cognitivo e funzionale negli anni. Sebbene gli inibitori...
La terapia antipertensiva può ridurre il rischio di malattia di Alzheimer nei pazienti con allele APOE-epsilon 4 ed alti valori di pressione sistolica
Ricercatori del Karolinska Institutet e del Stockholm Gerontology Research Center a Stoccolma in Svezia, hanno verificato l’ipotesi di un’interazione...
La terapia antipertensiva può ridurre il rischio di malattia di Alzheimer nei pazienti con allele APOE-epsilon 4 ed alti valori di pressione sistolica
Ricercatori del Karolinska Institutet e del Stockholm Gerontology Research Center a Stoccolma in Svezia, hanno verificato l’ipotesi di un’interazione...
L’uso prolungato della terapia di sostituzione ormonale riduce il rischio di malattia di Alzheimer nelle donne
Le donne sembrano essere a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto agli uomini, e la deplezione...
L’uso prolungato della terapia di sostituzione ormonale riduce il rischio di malattia di Alzheimer nelle donne
Le donne sembrano essere a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto agli uomini, e la deplezione...